Milano-Sanremo 2021, Vincenzo Nibali: “Ogni edizione è una storia diversa: nessuno sa cosa può succedere dalla Cipressa in poi”
Vincenzo Nibali è pronto per la Milano – Sanremo 2021. Il capitano della Trek – Segafredo, che ha già trionfato sul traguardo di Via Roma nel 2018, proverà, come già fatto tre anni fa, a sorprendere i superfavoriti. Dalla sua il corridore siciliano ha l’esperienza nel saper gestire le forze lungo un percorso che sfiora i 300 chilometri ma che vedrà le fasi decisive della corsa concentrate negli ultimi venti. Bisognerà farsi trovare pronti quando la corsa, come prevedibile, esploderà magari sotto i colpi di uno dei tre grandi favoriti. Lo Squalo ha già dimostrato di sapere interpretare le fasi decisive della Classicissima di Primavera che richiede massima attenzione lungo tutto il suo percorso.
Il siciliano ha raccontato i segreti della prima Classica Monumento della stagione: “Per 280 chilometri, la Milano-Sanremo è come un lungo corteo. È la calma prima della tempesta perché in soli 20 chilometri diventa la gara più calda, quella che non perdona. Ogni edizione è una storia diversa. Tutti sanno cosa ci aspetta, ma nessuno sa cosa può succedere dalla Cipressa in poi. È la classica più aperta in termini di previsioni ma deve essere affrontata con la massima attenzione ai dettagli. Tutti sanno che i punti decisivi sono Cipressa e Poggio. Ma non puoi avere distrazioni nel lungo percorso che ti porta lì, partendo dalla partenza neutra, i 7,6 chilometri a Milano che dal Castello Sforzesco portano a Via della Chiesa Rossa. Qui i binari del tram sono insidiosi, lo sanno tutti, ma comunque qualcuno finisce sempre per terra e la sua corsa finisce prima dell’inizio”.
Tutti i dettagli sono fondamentali in una corsa così lunga e bisogna stare molto attenti ad alimentarsi nel modo corretto per non farsi cogliere da crisi di fame: “Dal chilometro zero bisogna avere cura maniacale di mangiare e bere; altrimenti potresti finire senza riserve in un momento chiave. Ricordo ancora le mie prime partecipazioni, molto motivate e grintose, la mia testa era impostata solo sugli ultimi 20 chilometri. E poi, sui Capi, all’improvviso le luci si spegnevano ed il gioco finiva – ha raccontato – Devi anche sapere quando smettere di fare pipì per non rischiare di spendere energie inutili per rientrare in gruppo. Oppure pensare all’abbigliamento adatto al momento giusto: non troppo leggero per sentire freddo, ma nemmeno troppo pesante per non sudare troppo”.
Infine, la sua analisi del decisivo e insidioso finale: “Anche se hai fatto tutto bene, da Capo Mele in poi, a 60 chilometri dall’arrivo, sei solo a metà strada. Da quel momento inizia la battaglia per le posizioni di testa. Parola d’ordine: essere davanti. Qualsiasi energia spesa per recuperare la posizione è una possibilità in meno di vincere. La Cipressa è la prima prova, la prima selezione. Ma attenzione, non bisogna lasciarsi ingannare. Anche se la si supera con facilità, poi arriva il Poggio che, tra le due, è la salita che spesso rimane più indigesta. Quello che succede dopo è quello che resta negli annali, ciò che sarà scritto nella storia della Milano-Sanremo di quell’anno”.
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